Visualizzazione post con etichetta interviste. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta interviste. Mostra tutti i post

martedì 7 aprile 2020

INTERVISTA : PAOLO MENEGUZZI

Negli anni Duemila ha collezionato vari singoli di successo ("Verofalso", "Lei E'", "Musica"), cinque partecipazioni al Festival di Sanremo ed una all'Eurovision Song Contest. Poi lo abbiamo perso di vista ma ora Paolo Meneguzzi è tornato con un nuovo singolo dal titolo "Il Coraggio", uscito venerdì 3 aprile. Ed è proprio di questa nuova canzone, e non solo, che ci parlerà in questa intervista:

- Ciao Paolo! Venerdì scorso è uscito il tuo nuovo singolo "Il Coraggio", parlacene un po'. Quali sono i tuoi prossimi progetti? "Il Coraggio" farà parte di un nuovo album?
"Il Coraggio" è già un album di emozioni. Nel testo ci sono così tanti concetti che spesso non riesci a mettere in un intero album. Sono felice di aver collaborato con Emilio Munda (che ha collaborato anche con Il Volo e Nina Zilli, ndr) che mi ha dato il coraggio di ritornare con la mia musica. Abbiamo diversi brani pronti e se un album oggi vuol dire far uscire un pezzo ogni due mesi... Chiamiamolo album.

- Il brano è dedicato a questi giorni difficili dovuti dall'emergenza per il corona virus. Come stai affrontando questo periodo?
Non l'ho scritto in questo periodo ma l'ho dedicato a questi giorni in cui ho ritrovato questo testo perfettamente in sintonia con il momento. D'altronde è una vita che delimita comunque i confini delle nostre opportunità. E' sempre più difficile trovare spazio e per affrontare la vita devi spalancare la porta e non guardare dalla serratura altrimenti non arrivi a fine mese. Il coraggio non è dei protagonisti, sarebbe facile, il coraggio è dei fragili, dei genitori, delle persone che fanno davvero sacrifici per vivere, per far studiare i figli, per portare a casa delle opportunità vere, che ti permettono di vivere la giornata.

- Parlando invece di periodi migliori... Gli anni Duemila per te sono stati anni di grande successo tra MTV, Festivalbar e Sanremo. Cosa ti ricordi di quel periodo?
Incredibilmente molto poco, ho investito, senza aver davvero vissuto quello che ho fatto. Riguardo certi video su Youtube e non ricordo nemmeno di esserci stato. Vivevo tutto in modo frenetico. Prendevo 2/3 aerei al giorno non mi sono mai fermato per quasi quindici anni dal 1996. Non voglio fare l'errore di non ricordarmi l'infanzia di mio figlio. Adesso sono fermo e voglio davvero viverlo. Per questo ora la mia musica è importante ma non voglio più legarla fortemente alla mia immagine o ad un videoclip incredibile. Non voglio più che sia un prodotto. Voglio che sia semplicemente musica. C'è un tempo per tutto. Quando si è ragazzi si deve fare, ovviamente.

- Fin dagli inizi della tua carriera hai sempre avuto un rapporto speciale con il Sud America, ed anche dopo il successo in Italia sei tornato a lavorare là. Che differenze ci sono tra il mercato sudamericano e quello italiano?
Non ci sono più differenze. Ormai è tutto globalizzato. Comanda il mondo ONLINE, quello che funziona online. Sicuramente se prima si poteva contare su più mercati, oggi ce n'e' uno solo immenso e pienissimo di roba da cui tutti attingono che è l' online e quello che funziona online funziona anche nelle radio. E' cambiato tutto e bisogna adattarsi. Almeno i ragazzi. Noi romantici abbiamo solo il dovere di cercare di trasmettere ai giovani artisti i valori di questo lavoro che non finiranno mai. Le idee e la qualità per poter durare.

- Tornando agli anni Duemila, insieme ad altri (es. Luca Dirisio, Daniele Stefani) rappresentavi una nuova ondata di giovani cantanti che univano la canzone pop italiana a sonorità più moderne. Oggi invece come vedi il panorama musicale italiano? Ci sono artisti 'nuovi' che ti piacciono?
Tutto quello che sento a livello sonoro lo abbiamo già fatto in quegli anni. Non trovo nulla di nuovo, ma non per questo non mi piace, anzi. Mangio Trap, mi piace moltissimo, e forse proprio perché è vicino a me, la sento molto attraente e l'evoluzione dei testi rispetto ai nostri è davvero sorprendente, forse è questa la vera evoluzione. Musicalmente credo in una evoluzione del punk che riporterà le band sui palchi o almeno me lo auspico.

- Grazie Paolo per la disponibilità! Fai un saluto ai lettori di Recensoras.
Grazie a voi, e buon tutto.


Canali social di Paolo Meneguzzi:

martedì 5 marzo 2019

INTERVISTA : MASSIMO DI CATALDO

Oltre venticinque anni di carriera, con quattro partecipazioni al Festival di Sanremo, di cui una vinta nella sezione Giovani (nel 1994), e sette album in studio. Questo è, in breve, il curriculum del cantautore romano Massimo Di Cataldo, reduce dalla recente partecipazione al programma televisivo "Tale E Quale Show" e lo scorso Gennaio ha pubblicato la sua cover del brano "Con Il Nastro Rosa" di Lucio Battisti. Ed è proprio di questa canzone, e dei suoi progetti futuri, che ci parla in questa intervista:

- Ciao Massimo! E' da poco uscita la tua cover di "Con Il Nastro Rosa", popolare canzone di Lucio Battisti del 1980. Come mai hai scelto proprio questo brano?
In realtà è stato il brano a scegliere a me quando avevo 12 anni… La prima volta che l'ho ascoltato è stata una vera e propria folgorazione. Questa canzone mi ha stimolato a fare il mio lavoro. Da allora ho sognato di poterla cantare e finalmente questo sogno si è avverato.

- Questa cover è chiaramente un omaggio verso un artista per te molto importante. Cosa ha significato, e significa tutt'oggi, per te la musica di Lucio Battisti?
Battisti è stato un genio nella composizione e un grande arrangiatore oltreché un cantante dal talento autentico. Il suo lavoro è sempre stato originale dai primi brani degli esordi sino agli ultimi sperimentali della sua produzione. Credo che sia un esempio importante per chiunque voglia fare musica.

- Al momento sei impegnato nella realizzazione del tuo nuovo album, che dovrebbe uscire tra qualche mese. Cosa puoi anticiparci a riguardo?
Mi piace pensare a questo album come al concetto di long playing dei dischi in vinile. Sono già usciti alcuni singoli che confluiranno nel lavoro completato da ben più inediti.

- Come vedi la scena musicale italiana al momento?
Sta succedendo qualcosa… Forse qualcuno comincia a ritrovare nella musica la possibilità di esprimere delle idee, dei concetti. La canzone è anche una forma di rivoluzione culturale in un certo senso e questo secondo me non si dovrebbe perdere.

- Qualche mese fa hai partecipato al programma televisivo "Tale E Quale Show" su Rai 1, interpretando i brani di artisti come, ad esempio, Ed Sheeran e Sting. Cosa ha significato per te questa esperienza?
È stato fantastico poter cantare dei brani tanto straordinari quanto i loro interpreti originali, cercando anche di calarsi nei loro panni. Sebbene io l'abbia fatto con molto rispetto. Ho imparato molto... un vero e proprio training.

- Grazie per la disponibilità! Fai un saluto ai lettori di Recensoras.
Un abbraccio amici di Recensoras... Spero di incontravi dal vivo.

domenica 18 novembre 2018

INTERVISTA : VERONICA VITALE

Vi presento Veronica Vitale, cantante di origine campana ma con una lunga gavetta tra Italia, Germania e soprattutto Stati Uniti. Debutta nel 2011 col suo primo album Il Mio Bosco Reale e fonda con il figlio di Bootsy Collins, insieme a Razor Sharp (tastierista di Stevie Wonder) e P-Funk (chitarrista di George Clinton), la band FunkSquad con la quale organizza un tour di eventi e donazioni nelle scuole statunitensi contro il bullismo ed a favore della diversità culturale. Da pochi giorni è uscito il suo nuovo album Inside The Outsider, disponibile anche in edizione speciale accompagnato da un libro omonimo.

- Ciao! E' da poco uscito il tuo nuovo album Inside The Outsider. Cosa puoi dirci a riguardo?
Avevo un'anima grande come il mare ed allora l'ho divisa in tre parti, disco, libro e docufilm ad episodi in 5K. 15 brani originali di cui sono autrice e compositrice, un viaggio dal Mediterraneo al Pacifico tra i suoni del mondo ed il mio Pop/Liquid Dubstep. Produzione statunitense e completamente indipendente. Ho costruito il mio team da sola, e "da soli" abbiamo realizzato tutto. Il disco è custodito dal mio Diario Di Bordo per l'artista indipendente sulla lunga strada verso la felicità, con le coordinate di cui ho preso nota da Seattle 2013 a Cincinnati 2017.

- L'album è incentrato sul tema del viaggio e dell'incontro con altre culture, e probabilmente non è un caso che ci siano canzoni cantate sia in italiano che in inglese. Cosa rappresenta per te il viaggio? Si può parlare di 'concept' vero e proprio?
Il concept ruota intorno al cambiamento tanto quanto l'idea che le anime si sviluppano solo sotto il soffio del dolore. Il Concept unico è l'Outsider, il non favorito nella vita, colui che pensa fuori dagli schemi, in cui il viaggio è inteso come grande veicolo di trasformazione. Promisi di scrivere e cantare in inglese soltanto quando avrei conquistato la padronanza totale della lingua, amo entrare nelle cose, capirle, e la mia soddisfazione più grande è stato vedere Joe Jackson incredulo mentre scorreva tra le righe del testo "Nobody is Perfect" in duetto con Bootsy Collins. "L'ha scritto un'italiana!" diceva. Oggi l'americano e l'inglese mi appartengono alla pari dell'italiano, devo ringraziare la West Coast prima, ma specialmente il trasferimento a Cincinnati nelle neighborhood afro-americane dopo.

- Nell'edizione speciale del disco è presente anche un libro omonimo. Di cosa parla e come mai questa scelta?
Un Diario di Bordo, uno di quelli che si scrive giorno dopo giorno mentre ti rimbocchi le maniche, con un morso allo stomaco, in fila ad aspettare il tuo turno sulla lunga strada verso la felicità. L'ho scelto come custodia al mio disco, sono complementari, perché desidero raccontare la mia storia da italiana nel mondo, all'Italia, che non mi conosce. Inside The Outsider difatti rappresenta il mio ritorno discografico in Italia dopo 7/9 anni all'estero, ma con il tricolore sempre addosso.

- Quali canzoni dell'album consiglieresti a chi non l'ha ancora ascoltato?
"Nobody is Perfect", per il rarissimo duetto con Bootsy William Collins su un genere liquido e non solo funk, "Atlas" (Atlante), e "Per Sempre + 1 Giorno", per un esempio liquido in lingua italiana.

- Il primo singolo di Inside The Outsider è "World Travel", che vede la collaborazione di The Mad Stuntman, artista del Trinidad and Tobago noto per la hit "I Like To Move It" del 1994. Cosa ci puoi dire di questo brano? Come mai l'hai scelto come singolo?
L'ho scelto dopo averne discusso in estate con il mio editore a Roma, Dino Vitola, World Travels significa Giro del Mondo ed in due parole, rende perfettamente l'idea di tutto il mio percorso e carattere. Il ritornello invoca la libertà per tutti gli esseri umani della terra, ed i bambini di ogni Paese. In sordina, devo ammettere che c'è un sottinteso richiamo alla piaga della bulimia, dell'anoressia, e della depressione, dell’autolesionismo, ed infine la solitudine nei giorni della tecnologia, quando scrivo "il mio equilibrio fisico, strato emotivo ruvido…[…] sopra i tagli ricuce".

- Com'è nata la collaborazione con The Mad Stuntman?
La vita degli artisti è fatta così, un insieme di circostanze e coincidenze significative, anche conosciute come "Synchronicities", "Sincronicità". Siamo addirittura nati lo stesso giorno.

- La canzone è accompagnata da un videoclip molto 'futuristico' sia come sceneggiatura che come stile di riprese (è stato girato in 5K, ndr). Cosa puoi dirci a riguardo?
Ho voluto un futuro distopico come ambiente per "World Travels" uno scenario di "fantascienza post- apocalittica", uno scenario di devastazione che includesse la perdita della memoria storica. Ho reso onore ad Ervin Laszlo e Charles Darwin con i riferimenti alla Teoria Integrale del Tutto L'Evoluzionismo di Charles Darwin e seminare l'idea della necessità di un futuro sostenibile. Si intravede una bambina costretta a rimanere in una sala simil-ospedale perché i livelli dell'inquinamento dell'aria hanno raggiunto livelli intollerabili. I bambini rappresentano la speranza di salvezza per un futuro migliore e quindi sono tenuti al sicuro in questa struttura isolata. La bambina allora, non potendo uscire, vola con la fantasia ed indossa un paio di occhiali per la realtà virtuale attraversando il mondo che vorrebbe, un luogo dove esiste ancora il mare, le nuvole, gli aerei, le città, con il suo alter-ego (Veronica) metà umana / metà cyborg, che accanto all'ultimo essere umano (The Mad Stuntman)  avverte la piccola dei rischi del futuro, consegnandole un messaggio di speranza da condividere con il resto dell'umanità: "Scompariranno la primavera e l'inverno, ed il sole si addormenterà nel Mare, arriveranno giorni con poca luce, ma sarà abbastanza, per sconfiggere l'oscurità".

- Parlando delle tue influenze musicali, quali sono gli artisti a cui ti ispiri maggiormente?
Ho molti eroi, come Johnny Cash, ed ascolto musica di ogni genere, ma credo che l'ispirazione nasca altrove, un luogo in cui la mia voce, come direbbe Elvis, è nient'altro che volontà di Dio. Io non imito nessuno. I miei contorni sono troppo taglienti e liberi per indossare la pelle di altri. Ho superato mille forme di paura per trovare me, ed a casa mia si dice "Non si torna indietro, nemmeno per prendere la rincorsa".

- Grazie per la disponibilità! Fai un saluto ai lettori di Recensoras.
Non dimenticate che anche la sofferenza ed il dolore, hanno una data di scadenza. Benvenuti a Bordo e Buon Viaggio! Ahoy Captain, Veronica Vitale!

mercoledì 20 giugno 2018

INTERVISTA : MARCONDIRO

Marcondiro è il progetto musicale ideato da Marco Borrelli, artista cosentino classe '76. Dopo aver realizzato due album (SpettAttore nel 2011 e OMO-L'Evo-Mediatico In-Forma-Canzone nel 2016) i Marcondiro tornano quest'anno con una nuova canzone, "L'Ammore Vero", che anticipa l'uscita del loro terzo album in studio.

- Ciao! E' da poco uscito il vostro nuovo singolo "L'Ammore Vero". Cosa ci puoi dire di questo brano? Come mai lo avete scelto come singolo? 
Il #AmmoreVero è una ironica invettiva contro l'ipocrisia del buonismo, una satira al "Volemose bene". Il concetto alla base del testo mi è stato proposto dalla cantautrice H.E.R., cara amica e grande musicista con cui da tempo ci si era detti di avviare una collaborazione artistica.

- La canzone è accompagnata da un videoclip che vede la partecipazione dell'attore Stefano Fresi, alla sua prima partecipazione in un video musicale, ed è ispirato dal libro "Il Diavolo beve spritz" di Vasco Rialzo. Com'è stato realizzarlo? E come nasce l'idea?
Una volta scritta la musica ed arrangiata la canzone, co-prodotta da Marco Tagliola (n.d.r. Baustelle, Vinicio Capossela, Nada etc.) mi sono messo alla ricerca di un soggetto per il video. Ho chiamato allora il caro amico, scrittore ironico e pungente, Vasco Rialzo, che per "il Caso del Destino" aveva già pronta una favola per #BambiniAdulti, "Il Diavolo Beve Spritz", che sembro da subito, sposarsi perfettamente con la canzone. Il racconto parla di uno sfigato che vuole diventar figo a qualsiasi costo e ci riesce attraverso il "mitico" patto con il diavolo, che è rappresentato da una Donna. A quel punto mancava un grande attore ad interpretare la parte del protagonista. Senza esitazione, chiamai subito Stefano Fresi, conosciuto a Roma durante un nostro concerto. Da grande artista e vero amico, si dimostrò subito entusiasta ed accettò. Quando si dice che l' "Amicizia" è un valore inestimabile!

- A proposito della partecipazione di Stefano Fresi, com'è stato collaborare con lui?
Stefano è un grande artista. Non è solo un eccezionale attore dotato di tecnica ma anche di una spontaneità e veridicità fuori dal comune, che lo rendono sempre credibile ed interessante, ma anche un bravissimo musicista (lo si può evincere anche dal BackStage del video di #AmmoreVero)

- "L'Ammore Vero" farà parte del vostro terzo album in studio, prossimamente in uscita. Cosa puoi dirci a riguardo?
Il nuovo disco dei #MARCONDIRO chiuderà la triologia dedicata all' "#EssereUmani", iniziata con #SpettAttore e proseguita con #OMO, L' #EvoMediatico In-Forma-Canzone. Sarà impreziosito da numerose collaborazioni artistiche. Ci sarà un concetto di base che legherà tutti i brani ed ovviamente ci sarà anche #AmmoreVero .

- Parlando delle vostre influenze musicali, quali sono gli artisti a cui vi ispirate maggiormente?
Tutti gli artisti Coraggiosi, capaci di rinnovarsi nel tempo e che non cercano le canzonette facili tipo l0 #AmmoreVero (eheh). Per citarne alcuni: David Bowie, Peter Gabriel, Radiohead, Franco Battiato, Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Samuele Bersani, Ugo Foscolo, Verdi, Caetano Veloso e Gilberto Gil.

- Grazie per la disponibilità! Fai un saluto ai lettori di Recensoras.
Ciao #Afficionados #SpettAttores e #SpettAttrices salutam' a #Recensoras !!!

mercoledì 20 settembre 2017

MTV20 - VOL. 1.3 : INTERVISTA A CARLO PASTORE


01.03 Approfondimento: il punto di vista dei protagonisti

Ma c'è dell'altro. Dopo i cenni cenni storici e la classifica dei programmi, ho pensato di inserire un approfondimento dedicato a chi ha vissuto dall'interno l'esperienza di MTV Italia. Quindi tra il 2016 e il 2017 ho raccolto le opinioni di cinque ex vj, che ho avuto l'onore di intervistare e che ringrazio vivamente per la disponibilità. Il loro contributo è stato molto importante per avere un quadro più ampio di cosa era MTV.

01.03.01 Carlo Pastore


Il primo che ha accettato di rispondere alle mie domande è stato Carlo Pastore. Ha lavorato ad MTV dal 2007 al 2009, conducendo Our Noise/Your Noise e TRL in coppia con Elena Santarelli. Prima è stato caporedattore del web-magazine Rockit e direttore artistico del celebre MI AMI Festival. Dopo l'esperienza di MTV ha partecipato alla terza e quarta edizione di X Factor e dal 2010 conduce il programma radiofonico Babylon su Radio2. Nel 2016 è tornato sul piccolo schermo con Credits, format ideato e condotto da lui stesso, la cui prima puntata è andata in onda sul canale Nove, per poi proseguire nel 2017 su Real Time.

- Dal 2007 al 2009 sei stato uno dei VJ di MTV Italia, hai condotto programmi storici come TRL e Hitlist Italia ma il tuo programma più rappresentativo è stato indubbiamente Our Noise/Your Noise, che ritengo uno dei migliori format musicali pomeridiani della rete. Infatti per essere un programma musicale aveva un tocco moderno ed alternativo che lo rendeva particolare all'interno della programmazione pomeridiana di MTV. L'esperienza di Your Noise è durata un paio di anni, sinceramente non so nemmeno per quale motivo fu chiuso. Che ricordo hai dell'esperienza di Your Noise? Da cosa è nata l'idea (o l'esigenza) di fare quel programma?

Ti ringrazio per considerarlo “indubbiamente” il più rappresentativo. In effetti anche per me è così, soprattutto a livello emotivo personale, perché fu il primo programma in assoluto mai fatto in TV, il mio debutto, con tutto quello che ne può conseguire. Ero un adolescente di provincia con una super fotta, passavo gran parte dei miei pomeriggi occupandomi di Rockit.it e con la televisione accesa su Mtv. Dopo essermi trasferito a Milano con la scusa di studiare all’università ma in realtà proprio per occuparmi seriamente di Rockit.it, ecco che dopo neanche due anni arriva la chiamata di Mtv. Era praticamente come entrare dentro tutti i miei pomeriggi scolastici, ma con il ruolo del protagonista. Perdipiù senza dover modificare una sola nota del mio repertorio musicale, perché nei giorni dell’esplosione di quelli che ascoltavo io (Arcade Fire, Strokes, Arctic Monkeys, Libertines, LCD Soundsystem e Justice, giusto per fare qualche nome), Our Noise avrebbe avuto il compito di portarli al centro del pomeriggio. In più, avevamo diritto a sperimentare e divertirci. Un sogno praticamente, infatti è durato pochissimo.

- La situazione di MTV Italia è nota a tutti. Con la svolta generalista ha perso la sua caratteristica principale, cioè quella di essere un canale dedicato prevalentemente alla musica. Questo cambiamento ha portato alla monopolizzazione del palinsesto con programmi importati dagli Stati Uniti e alla scomparsa di format italiani classici, quelli basati sulla struttura presentatore/studio/pubblico/ospiti nella quale rientrava anche Your Noise. Anche nella tv italiana in generale si avverte questo cambiamento, anche se non in maniera così radicale come successo su MTV. Pensi che questo cambiamento (e questa "crisi") fosse inevitabile perchè i tempi cambiano, o pensi che si potesse fare qualcosa per mantenere MTV come canale musicale, originale, moderno e giovanile anche nei tempi odierni?

Premetto che non sono un esperto e parlo solo di ciò che so e di cui ho avuto esperienza. MTV Italia si è adeguata alle direttive del suo editore mondiale dopo aver vissuto una sorta di unicum per molti anni: era l'unica Mtv in chiaro nel mondo. C'è stato un periodo in cui andava di moda parlare della teoria della coda lunga, di come ci sarebbe stato spazio per contenuti non solo massificati o massificanti. E' durato poco. Ora si è tornati ad una sorta di dittatura della media, intesa come scienza probabile di ciò che può piacere a più gente o dare fastidio a meno persone. E’ molto complicato portare la musica in TV. La gente cerca talvolta compagnia e talvolta storie, in generale non vuole sbattimenti. La crisi di Mtv è nata con la crisi del videoclip come contenuto esclusivo, una crisi che credo abbiano sottovalutato, inserita in un completo cambiamento dell'offerta televisiva a cui eravamo abituati (non c'erano digitale terrestre e pay TV). Si poteva sicuramente dare alla musica una chance in più, cioè capire che – ad esempio – per documentari e contenuti ben scritti c’è sempre spazio in generale nel mondo. Anzi ce n’è bisogno, come penso possa dimostrare Credits, il format che ho scritto e condotto la cui prima puntata dedicata a “Bollicine” di Vasco è andata in onda sul NOVE qualche settimana fa [Giugno 2016, ndr] con ottimi risultati. Ho letto recentemente un’intervista a Luca De Gennaro che può rispondere molto meglio a questa tua domanda, nella quale introducendo Vh1 in Italia parla proprio di tutto questo. Dobbiamo continuare a raccontare ciò che amiamo, e ricordarci che nessuno spazio va dato per scontato mai.

- Immagino che per te MTV abbia rappresentato un'esperienza importante, positiva o negativa che sia. Vedendola da "interno", come è stato lavorare per MTV in quel periodo? Avevi la sensazione di far parte di qualcosa che, nel bene o nel male, ha in parte rivoluzionato la televisione italiana e le abitudini di un'intera generazione?

E' stata sicuramente un'esperienza importante, un super giro in giostra, credo irripetibile. MTV di quel periodo – io ci ho lavorato solo dal 2007 al 2009, ricordiamolo, cioè gli anni in cui il canale abbandonava la sua dimensione prettamente musicale per diventare un vero e proprio generalista giovanile sul modello diciamo di Italia1 – aveva un non so che di speciale, una sorta di ponte coloratissimo con il mondo intero, l'iper presente, la realtà più come la volevano i nostri sensi che come fosse davvero. I pionieri di quello stile vennero dieci anni prima di me e io in maniera alquanto naturale iniziai a fare la TV come avevo visto da loro, sebbene portando le mie caratteristiche, che nascevano dalla mia sensibilità e da anni di esperienza nel web: evitare le pagliacciate e cercare di mettere la curiosità al centro di tutto, mantenendo sempre la ricerca musicale come mio radar. Credo che quella Mtv, più che rivoluzionare la TV italiana, che perlomeno nella sua veste più generalista è abbastanza la solita di sempre, la sorprese da dietro, affermandosi come key player con un lavoro di marketing e branding pazzesco. Non a caso, oggi, i dirigenti di Mtv sono la vera e propria nuova classe dirigente, nei posti chiave della Rai e in altre importanti realtà televisive. A vederla così, in effetti, è una rivoluzione riuscita, perché ha permesso di prendere il potere.

---

Continua a leggere MTV20....

Le altre interviste:
Andrea Pezzi
Fabrizio Biggio
Kris Reichert
Mao
Walter Fontana

- VOL. 1.1 : Storia di MTV Italia
- VOL. 1.2 : I migliori programmi di MTV Italia
- VOL. 2 I migliori programmi di MTV America
- VOL. 3 : I migliori cartoni animati di MTV

MTV20 - VOL. 1.3 : INTERVISTA A FABRIZIO BIGGIO


01.03.02 Fabrizio Biggio


Il secondo intervistato è Fabrizio Biggio. Per anni è stato, insieme a Francesco Mandelli, il volto comico di MTV Italia. Tra il 2000 e il 2005 ha partecipato a MTV Mad, MTV Bathroom, Select, Hitlist Italia e Pets Show, ma la svolta è arrivata con I Soliti Idioti, sitcom demenziale nata nel 2009, dalla quale sono stati realizzati due film (nel 2011 e nel 2012). Nel 2015 ha partecipato al festival di San Remo come concorrente (sempre insieme a Mandelli) e nel 2016 ha condotto il programma Stracult su Rai 2.

- Per anni hai rappresentato il lato comico di MTV Italia, anche se hai avuto modo di condurre pure programmi di altro genere (es. Select, Hitlist Italia). Cosa ci puoi raccontare della tua esperienza a MTV? Per quanto riguarda il lato comico, pensi che MTV abbia avuto una marcia in più rispetto ad altri canali televisivi italiani a livello di stile, originalità e libertà di espressione?

Sì Mtv aveva una marcia in più ed era l'esclusività. Nel senso che su MTV potevi trovare volti e programmi che non trovavi da nessun'altra parte. Era l'unico canale dove si sperimentava veramente, dove si prendevano persone anche senza esperienza e le si mettevano in onda. La sua forza era proprio quella secondo me. Avevamo la massima libertà di "provare" cose nuove, nuove idee. Non avevamo nessun filtro. Quello che scrivevamo andava in onda! Adesso non c'è più questo coraggio. Si prendono solo i format che hanno funzionato all'estero, ed è un peccato.

- Su MTV hai lavorato spesso in coppia con Francesco Mandelli, fino ad arrivare all'enorme successo de I Soliti Idioti. Il vostro esordio come duo comico su MTV risale al 2000 col programma MTV Mad, un format comico/demenziale condotto da Gip che alternava show in studio a sketch e candid camera divertenti anche se spesso provocatorie e 'al limite'. Furono realizzate tre stagioni e, se non ricordo male, nella terza il programma assunse una connotazione maggiormente da "show" dandovi ancora più spazio. Che ricordo hai di quel programma? Pensi che sia figlio dei suoi tempi e sia impossibile riproporlo nella televisione di oggi?

Mtv Mad è stato un periodo fantastico. A parte l'aver incontrato Francesco col quale sul set è subito stato l'idillio fin dalla prima volta, abbiamo avuto la possibilità di fare quello che oggi i ragazzi possono fare solo su Youtube e di farlo in televisione. E' stata la nostra gavetta, ci siamo fatti le ossa. Adesso non esistono più quegli spazi in tv. Ai tempi Youtube non esisteva ovviamente e se volevi fare qualcosa scrivevi ad Mtv. La rete aveva voglia di realizzare prodotti diversi e provocatori e noi avevamo quella stessa voglia. La libertà secondo me alla fine premia sempre. Certo non tutto quello che abbiamo messo in onda era degno di esserlo (ahahah) ma era un programma vero e genuino. Onesto, direi. Ci siamo divertiti molto, senza pensare a tutte quelle cose che rovinano la tv: l'audience e i soldi. E non c'era Twitter dove la gente poteva, volendo, insultarci. In redazione arrivavano le letterine cartacee. Bei tempi!

- Dopo MTV Mad, nel 2004/2005 sei tornato a collaborare con Mandelli per un altro programma comico, MTV Bathroom: una sit-com assurda ambientata nel bagno di un bar, nel quale viveva Pieraldo Chimenti, interpretato da Mandelli, mentre tu interpretavi il proprietario del bar stesso. Da cosa nacque l'idea di realizzare un programma del genere?

L'idea venne per raccontare il disagio di chi non sopporta più di vivere in un mondo come quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. E ci piaceva l'idea che un uomo potesse realmente vivere nel bagno di un bar, dove riusciva a non avere più contatti con l'esterno, che tanto fa soffrire. Unico contatto col mondo era il barista, che però, essendo parte di quel mondo, si approfittava malamente del povero Pieraldo. Con quel programma abbiamo cominciato a scrivere anche le canzonette, recuperando le origini del cabaret, che nasce proprio con la "canzoncina". Sarebbe bello se Mtv, invece di mandare in onda solo programmi americani sottotitolati, rimandasse in onda questo! Chissà cosa ne direbbero oggi sui social!

- Tra MTV Mad, MTV Bathroom e I Soliti Idioti, di quale programma hai il ricordo migliore o comunque ritieni in un certo senso il tuo "preferito"?

Be'... I Soliti Idioti ovviamente. E' stato il frutto di tutto il lavoro e l'esperienza precedente. Abbiamo lavorato come matti per realizzarlo, tra mille dubbi. Non avevamo idea se potesse funzionare e nemmeno se facesse ridere. Ma siamo andati avanti perché avevamo qualcosa da raccontare e volevamo fortissimamente raccontarla: l'Italia.

- Nel mio articolo ho stilato una classifica dei migliori format storici italiani (e non) di MTV, tra cui ci sono anche MTV Mad e Bathroom. In generale, quali sono stati i tuoi programmi preferiti di MTV?

Oltre ai nostri programmi, c'è stato Loveline che mi ha dato molte soddisfazioni. All'interno del programma facevo un cartoon di educazione sessuale che si chiamava "Le avventurine di Pene e Vagina", che mi ha dato molte soddisfazioni.

---

Continua a leggere MTV20....

Le altre interviste:
Andrea Pezzi
Carlo Pastore
Kris Reichert
Mao
Walter Fontana

VOL. 1.1 : Storia di MTV Italia
VOL. 1.2 : I migliori programmi di MTV Italia
VOL. 2 I migliori programmi di MTV America
VOL. 3 : I migliori cartoni animati di MTV

MTV20 - VOL. 1.3 : INTERVISTA A ANDREA PEZZI


01.03.03 Andrea Pezzi


Il terzo intervistato è Andrea Pezzi. Vj storico di MTV, ha vissuto tutta la prima fase della rete, dal 1997 al 2001, ideando programmi come Hot, Tokusho, Sushi, Bradipo ma soprattutto Kitchen. Dopo alcune esperienze in Rai e Mediaset ha abbandonato la televisione per dedicarsi all'imprenditoria digitale: nel 2006 promosse la media company OVO con l'intento di creare una grande video-enciclopedia e nel 2014 ha fondato la piattaforma tecnologica TheOutplay.

- Sei stato uno dei primi volti di MTV Italia e quindi hai vissuto le prime fasi del canale. Cosa ti ricordi di quell'MTV? Com'era lavorare per un canale così nuovo e fresco nel contesto televisivo italiano della seconda metà degli anni Novanta?

Ricordo in particolare la assenza totale di struttura. La libertà prodotta dallo stato nascente di un progetto che consentiva a tutti di creare e mettere a terra facilmente le proprie idee.

- Il tuo programma più noto su MTV è stato Kitchen. Un format innovativo per quei tempi, se non un vero e proprio precursore di un certo modo di fare televisione oggi. Che ricordo hai dell'esperienza di Kitchen? Molti lo definiscono un programma cult, sei d'accordo?

Kitchen è certamente una pietra miliare della televisione italiana. E’ anche il solo format di MTV Italia che è stato venduto e replicato con successo all’estero. Mi è piaciuto farlo perché penso che intervistare qualcuno mentre fa qualcosa di concreto consente di esplorare molti livelli di interpretazione nel personaggio stesso.

- Su MTV hai condotto anche altri programmi oltre a Kitchen: Hot, Tokusho, Sushi/Sashimi, Tiziana e Bradipo. In generale qual'è il programma a cui ti senti più affezionato tra quelli che hai realizzato per MTV?

Certamente Sushi. E’ stato il primo esperimento di fiction contaminata con un talkshow.

- La situazione di MTV Italia è nota a tutti. In un'intervista hai affermato di aver lasciato MTV perchè non condividevi la linea che stava per intraprendere, e parliamo del 2001 se non sbaglio, quindi molto prima della deriva generalista degli ultimi anni. Pensi che questo cambiamento (e questa "crisi") fosse inevitabile perchè i tempi cambiano, o pensi che si potesse fare qualcosa per mantenere MTV come canale musicale originale, moderno e giovanile anche nei tempi odierni?

MTV poteva certamente diventare altro… evolversi con i cambiamenti del tempo. Su questo non ci sono dubbi.

- Nel mio articolo ho stilato una classifica dei migliori format italiani della storia di MTV, tra cui c'è anche Kitchen. Quali sono stati i tuoi programmi preferiti di MTV?

Può sembrare snob ma non conosco bene gli altri programmi. Ho un buon ricordo di un programma che faceva Coppola: “AVERE VENT’ANNI”. Qualcosa di divertente penso lo abbia fatto anche Fabio Volo e pure Viky aveva un bel format negli ultimi anni della sua esperienza MTV.

---

Continua a leggere MTV20....

Le altre interviste:
Carlo Pastore
Fabrizio Biggio
Kris Reichert
Mao
Walter Fontana

VOL. 1.1 : Storia di MTV Italia
VOL. 1.2 : I migliori programmi di MTV Italia
VOL. 2 I migliori programmi di MTV America
VOL. 3 : I migliori cartoni animati di MTV

MTV20 - VOL. 1.3 : INTERVISTA A MAO

01.03.04 Mao


Il quarto intervistato è Mauro Gurlino in arte Mao. Dal 1997 al 2000, insieme ad Andrea Pezzi, ha condotto Hot, Tokusho, Tiziana e Kitchen. In quest'ultimo programma realizzava dei piccoli 'momenti' di voce e chitarra acustica. Mao infatti è un musicista più che un vj, e negli anni ha realizzato sei album (due con la sua ex band e quattro da solista) e ad oggi gestisce uno studio di registrazione a Torino.

- Sei stato uno dei primi volti di MTV Italia e quindi hai vissuto le prime fasi del canale. Cosa ti ricordi di quell’MTV? Com’era lavorare per un canale così nuovo e fresco nel contesto televisivo italiano della seconda metà degli anni Novanta?

È stata un’esperienza esaltante. Sembrava tutto nuovo e al tempo stesso familiare, non so se riesco a rendere l’idea. Un po' come lavorare in una tv che non era una tv.

- Uno dei programmi storici di MTV Italia è stato Kitchen, che hai co-condotto insieme ad Andrea Pezzi. Il tuo ruolo era abbastanza “atipico” visto che, in quanto artista, realizzavi dei piccoli interludi di chitarra e voce, mantenendo così la connotazione musicale tipica del canale. Che ricordo hai dell'esperienza di Kitchen? Sei d’accordo nel definirlo uno dei programmi più importanti di MTV Italia?

Ricordo che non avevamo un copione e neanche una vera e propria scaletta. Volevamo che rimanesse come le chiacchierate che si fanno tra gente che “si piglia”. Andrea ha un talento pazzesco nell’individuare quella che potremmo definire impropriamente “la psicologia di una persona o di una situazione”, nel senso che era bravo a trovare dei punti critici e affrontarli con l’interlocutore in maniera schietta. Adesso lo so che a qualcuno potrò sembrare megalomane, ma Kitchen credo sia stato uno dei programmi più importanti di MTV, nel senso che ha aperto la strada a tutto il filone di cucina in tv fino a Master Chef... ahimè.

- Sempre insieme ad Andrea Pezzi, nel 1999 avete realizzato la mini sit-com Tiziana. Com’è nata l’idea di realizzare quel format? Cosa puoi raccontare a riguardo?

Per quanto riguarda Tiziana ci chiesero di fare delle pillole di carattere comico-onirico, che dovevano andare in onda durante il palinsesto estivo come una sorta di carosello. Quindi siamo partiti, credo fosse il mese di giugno, per la Costa Smeralda con una mini troupe, per fare dei mini film. Si sparse la voce e la cosa divenne parecchio conviviale tant’è che nelle clip compaiono da Morgan a Benedetta Mazzini. Forse non è stato uno dei nostri programmi più riusciti, ma sicuramente una delle cose più interessanti che ho fatto. Col senno di poi abbiamo avuto l’occasione di sperimentare il formato che con l’avvento di YouTube è diventato quasi lo standard per i giovani videomaker.

- La situazione di MTV Italia è nota a tutti. Con la svolta generalista ha perso la sua caratteristica principale, cioè quella di essere un canale dedicato prevalentemente alla musica. Questo cambiamento ha portato alla monopolizzazione del palinsesto con programmi importati dagli Stati Uniti e alla scomparsa di format italiani classici, quelli basati sulla struttura presentatore/studio/pubblico/ospiti. Pensi che questo cambiamento fosse inevitabile perché i tempi cambiano, o pensi che si potesse fare qualcosa per mantenere MTV come canale musicale originale, moderno e giovanile anche nei tempi odierni?

Credo che MTV Italia fosse progettata come una finestra che si è aperta per un determinato periodo sul nostro territorio. Non dimentichiamo che quella italiana è stata un’esperienza unica, perché negli altri paesi MTV era a pagamento. In sostanza è come se avesse “aggiornato” il linguaggio televisivo nostrano e preparato il pubblico a quella rivoluzione che qualche anno dopo sono stati YouTube e più in generale il fenomeno dei social network.

- Nel mio articolo ho stilato una classifica dei migliori format italiani della storia di MTV, tra cui c’è anche Kitchen. Quali sono stati i tuoi programmi preferiti di MTV?

Il mio programma preferito è Hot. C'era un fish-eye che riprendeva uno spazio bianco. Il massimo con il minimo... e poi la mia avventura a MTV è cominciata proprio come ospite di quel programma!

---

Continua a leggere MTV20....

Le altre interviste:
Andrea Pezzi
Carlo Pastore
Fabrizio Biggio
Kris Reichert
Walter Fontana

VOL. 1.1 : Storia di MTV Italia
VOL. 1.2 : I migliori programmi di MTV Italia
VOL. 2 I migliori programmi di MTV America
VOL. 3 : I migliori cartoni animati di MTV

MTV20 - VOL. 1.3 : INTERVISTA A KRIS REICHERT


01.03.05 Kris Reichert


La quinta intervistata è Kris Reichert. Insieme all'amica Kris Grove fa parte del duo Kris & Kris, che dal 1998 al 2002 ha condotto DanceFloor Chart, MTV On The Beach, Select e Stylissimo. Dopo l'esperienza ad MTV Italia sono passate su Rai 2, conducendo nel 2003 il programma CD Live e partecipando come concorrenti all'Isola Dei Famosi nel 2006. Nel 2012 approdarono in radio conducendo il programma Kris & Love su Radio 105. Aldilà delle esperienze televisive, negli anni Kris Reichert ha sempre coltivato la sua passione per la musica, suonando nel duo rock The Jains con cui ha inciso tre album, e nel 2017 è uscito il suo primo disco solista, dedicato a sonorità folk/country.

- Le Kris & Kris sono state fra i primi vj di MTV Italia e quindi avete vissuto le prime fasi del canale. Cosa ti ricordi di quell'MTV? Com'era lavorare per un canale così nuovo e fresco nel contesto televisivo italiano della seconda metà degli anni Novanta?

Erano gli anni d'oro di Mtv, abbiamo vissuto tutti quegli anni in cui Mtv era una delle pochissime opzioni in tv da guardare. Sono stati i tempi d'oro proprio perché i ragazzini tornavano da scuola ed accendevano Mtv in automatico. Credo che dentro di noi ci fosse qualcosa che in qualche modo percepiva il fatto che stavamo creando qualcosa di grande perché negli anni successivi il canale ha avuto purtroppo un declino di qualità e anche di ascolti proprio perché sono subentrati tanti canali satellitari, quindi noi siamo stati anche fortunati ad aver beccato gli anni in cui non c'erano tante opzioni. Vivere quegli anni è stato diverso rispetto alle produzioni televisive con cui abbiamo lavorato negli anni seguenti come ad esempio in Rai dove abbiamo condotto CD Live, che era sempre un programma musicale, ma con la differenza che lì erano stra-organizzati, forse anche troppo perché c'era poca libertà di dire quello che ci veniva in mente. A Mtv non c'erano vincoli, non avevamo testi, non c'era nessuno che ci diceva cosa potevamo e non potevamo dire, era tutto assolutamente carta bianca e c'era libertà totale in ciò che volevamo dire, ma questo credo avesse a che fare con la poca organizzazione di Mtv. Eravamo tutti autori, registi, cameraman, presentatori, tutti affollati di ruoli diversi da coprire perché non c'erano soldi in quegli anni e non potevano permettersi di assumere un addetto per ogni ruolo. E poi dico da sempre che Mtv è stata per me la scuola migliore per imparare ad improvvisare e fare televisione in quella maniera ci ha aperto la strada per lavorare poi in radio, perché lì è la stessa cosa e tutto è basato sulla spontaneità.

- Il programma con cui avete esordito su MTV, e che in un certo senso vi ha rappresentato di più, è stato DanceFloor Chart. Andato in onda in Italia dal 1998, è stato uno fra i migliori programmi dedicati interamente alla "club music", se non il migliore in quel periodo. Che ricordo hai di quell'esperienza? Secondo te quel programma ha dato un contributo importante alla diffusione della musica elettronica aldifuori del mondo dei club?

Qua io forse dirò qualcosa che è sorprendente e che nessuno vorrebbe mai leggere ma io e Kris non ascoltavamo né seguivamo quella musica e a me personalmente non piaceva per niente.

- E lo conferma il fatto che quest'anno hai fatto uscire un album che non c'entra niente con la musica della DanceFloor Chart…

Quello in realtà è il mio quarto album in studio perché anche negli anni di Mtv facevo parte di un power duo al femminile [The Jains, ndr] con una batterista che si chiama Anna, e abbiamo pubblicato tre album, fatto tre tour e il nostro singolo "Stronger" è diventato famoso in tutta Europa perché Breil lo ha utilizzato per una pubblicità, inoltre abbiamo aperto i concerti di Marlene Kuntz e Skin, quindi anche in quegli anni ero una musicista di rock alternativo. Adesso ho cambiato genere e ho scritto un album dedicato alle radici della musica folk e country perché mio padre in Canada è un cantautore folk. Quindi puoi immaginare che il mio genere sia sempre stata la musica suonata con gli strumenti.

- Che effetto ti faceva condurre un programma che era rivolto ad un pubblico più votato alla musica 'da discoteca'?

Questa era la realtà di lavorare per Mtv. Quando abbiamo iniziato io volevo entrare nel mondo della musica perché vengo da una famiglia di musicisti, ho sempre suonato e la televisione non mi interessava minimamente però una volta che inizi a lavorare per Mtv ti rendi conto velocemente che ha poco a che fare con la musica e molto a che fare con la tv. Infatti ogni lunedì mattina io e Kris eravamo negli studi di Mtv a registrare la DanceFloor Chart e non ascoltavamo mai la musica che annunciavamo, noi registravamo solamente i 'link', cioè le parti tra un videoclip e l'altro. Ci interessava solamente divertirci e ridere. Adesso mi sto creando un sacco di nemici, lo so! Ma aldilà di questo, per me il programma ha aiutato la diffusione di quella musica in quegli anni ed ha rappresentato una vetrina importante in Italia, e chi lo seguiva, cioè il nostro regista, faceva molte ricerche per poter creare le classifiche.

- Un'altra trasmissione importante che hai condotto in quegli anni è stata MTV On The Beach. Si trattava di un programma estivo dove visitavate varie località di mare, sia italiane che internazionali. Da spettatore, l'idea che mi dava On The Beach era di un programma fresco, divertente e in un certo senso improvvisato, visto che c'erano molte attività in spiaggia ed interviste alla gente. Com'è stato poter condurre un programma di quel tipo, e quanta libertà avevate? E poi c'è un'edizione che ti ricordi particolarmente?

Rispetto alla DanceFloor Chart, in cui dovevamo solo leggere il testo, in On The Beach c'era piena libertà e tutto era improvvisato. Mi vengono in mente tutte le cose avventurose che abbiamo fatto grazie a quel programma, come ad esempio paris sailing, oppure con le telecamere subacquee abbiamo fatto puntate in cui annunciavamo i video con un oggetto con cui potevamo scrivere sott'acqua. Abbiamo fatto delle bellissime esperienze di vita ed era tutto all'interno della produzione. Quando io e Kris andavamo negli Stati Uniti per registrare delle puntate di On The Beach dovevamo assolutamente registrare tre puntate al giorno perché non avevamo abbastanza tempo né soldi per lasciarci qualche giorno libero in caso di imprevisto (ad esempio quando pioveva) e quindi se non riuscivamo a registrare le tre puntate nella giornata venivano caricate negli altri giorni della settimana e quindi ci capitava a volte di dover girare anche quattro o cinque puntate in un solo giorno ed era pesantissimo. E in più non c'era quasi mai un testo da seguire quindi siamo diventate esperte dell'improvvisazione, qualsiasi cosa che ci veniva in mente la buttavamo fuori e loro mettevano in onda tutto. In un certo senso abbiamo fatto la prima tv reality proprio perché non dovevamo seguire nulla ed emergeva la nostra vera personalità. Abbiamo passato delle giornate molte faticose, con tante responsabilità (dovevamo registrare 12 'link' a puntata) ma c'era anche molto entusiasmo, ed era bello far parte di quei primissimi anni. Era bellissimo ma non posso nascondere che non fosse faticoso. Più che un'edizione mi vengono in mente in paesi che abbiamo visitato: Ibiza è stato l'inizio ed aveva il suo bello, ma il Messico è stato spettacolare perché quando siamo andate da Cancun a Playa Del Carmen abbiamo fatto le puntate più belle in assoluto. Playa Del Carmen non è un piccolo paese ma quasi, con un'accoglienza meravigliosa, con tanti piccoli bar e spiagge stupende, e lì abbiamo fatto la maggior parte delle attività più avventurose come ad esempio registrare le puntate con le telecamere attaccate alla testa mentre facevamo windsurf. Negli Stati Uniti ho vissuto tante esperienze ma non mi ha lasciato una bellissima impressione girare per le spiagge americane perché appena vedevano un microfono di Mtv ci saltavano addosso, troppo casino, volevano solo ubriacarsi, e si vedeva quanto le persone si curavano poco a livello fisico. Abbiamo visto forse il lato più trash dell'America probabilmente perché la produzione ci portava sulle spiagge grandi, dove c'erano le grandi folle.

- Oltre a DanceFloor Chart e a MTV On The Beach, hai condotto altri programmi tra cui Select, MTV Rocks e Stylissimo. Riguardo quest'ultimo, non era un programma dedicato alla musica ma al mondo della moda. Visto il tuo lodevole interesse a favore dell'abbigliamento "cruelty free" (cioè senza l'uso di pelli e pellicce animali), eri appassionata di moda e tendenze già ai tempi di quel programma?

C'era molto interesse perché sia io che Kris venivamo dal mondo della moda, essendo ex modelle. Per cinque anni è stata la mia attività ma volevo lasciare quel mondo perché avevo tanto da dire ma nella moda sei solo un'immagine e non hai modo di esprimere ciò che hai da dire e per questo ho fatto la scelta di entrare nel mondo di Mtv. L'argomento quindi ci interessava molto, eravamo a Milano, la capitale della moda europea, conoscevamo personalmente tanti stilisti ed avevamo fatto delle collaborazioni con alcuni di loro (ad esempio adoriamo Armani ed eravamo invitate alle feste private a casa di Donatella Versace) e di conseguenza era un mondo a noi familiare e ci piaceva tantissimo l'idea di presentare un programma come Stylissimo. Oltretutto lo abbiamo registrato anche in inglese per tutti i paesi d'Europa e per questo abbiamo vissuto un'esperienza così bella che non la scorderò mai: era durante la terza stagione di Stylissimo, nel 2000, e dovevamo lavorare sul tappeto rosso degli Mtv Europe Music Awards di Stoccolma, arrivammo il giorno prima per fare le prove sul palco e mentre stavamo tornando nel backstage, da fuori c'era un gruppo di ragazzine svedesi con un cartellone con scritto "We love Kris and Kris". E' stato bello perché mi ero resa conto che ci seguivano anche al di fuori dell'Italia, ed è stato grazie alla versione in inglese di Stylissimo.

- Quindi la versione originale di Stylissimo nasce su MTV Italia o è una produzione di MTV Europe?

Sai che non sono sicurissima nemmeno io? La prima volta che abbiamo registrato Stylissimo è stato negli studi di Londra, e poi successivamente hanno allestito lo studio a Milano per registrare il programma in Italia. All'inizio Mtv Italia aveva la sede a Londra quindi è probabile che nasca come format italiano. Poco dopo che registravamo da Milano, negli studi di Londra successe un incendio e la maggiore parte delle cassette beta (quello che oggi noi chiamiamo hard drive) sono state bruciate e quindi le registrazioni dei programmi originali non si trovavano più. Quando abbiamo fatto i demo showreel per il programma, proprio per via di questo incendio abbiamo fatto fatica a trovare il materiale per riempirli.

- La situazione di MTV Italia è nota a tutti. Con la svolta generalista avvenuta negli ultimi anni ha perso la sua caratteristica principale, cioè quella di essere un canale dedicato alla musica. Questo cambiamento ha portato alla monopolizzazione del palinsesto con programmi importati dagli Stati Uniti e alla scomparsa di format italiani classici, quelli basati sulla struttura presentatore/studio/pubblico/ospiti. Pensi che questo cambiamento fosse inevitabile perché i tempi cambiano, o pensi che si potesse fare qualcosa per mantenere MTV come canale musicale originale, moderno e giovanile anche nei tempi odierni?

Secondo me no perché i tempi sono completamente cambiati. Loro hanno seguito quello che potevano, poi sono subentrati tutti quei reality e quindi hanno comprato i format dagli Stati Uniti e hanno tirato su questi programmi un po’ più trash, oltre al fatto che con l'arrivo di Youtube la gente ha smesso di guardare la tv per vedere i video musicali. Secondo me hanno semplicemente seguito l'ondata di quello che ci stava portando l'era digitale. Magari se qualche anno fa avessero avuto l'idea di vendere Mtv ad un canale come Sky e di farlo crescere lì avrebbero potuto salvare la situazione ma credo che ormai abbiano perso l'opportunità.

- Nel mio articolo ho stilato una classifica dei migliori format italiani della storia di MTV, tra cui ci sono anche Dancefloor Chart e On The Beach. Quali sono stati i tuoi programmi preferiti di MTV?

Kitchen mi piaceva moltissimo. E Sonic, c'erano performance live e mi ricordo benissimo quando i Black Crowes sono stati lì, era fighissimo. Tra quelli che presentavo io, On The Beach era fantastico anche da guardare, era piacevole.

---

Continua a leggere MTV20....

Le altre interviste:
Andrea Pezzi
Carlo Pastore
Fabrizio Biggio
Mao
Walter Fontana

VOL. 1.1 : Storia di MTV Italia
VOL. 1.2 : I migliori programmi di MTV Italia
VOL. 2 I migliori programmi di MTV America
VOL. 3 : I migliori cartoni animati di MTV

MTV20 - VOL. 1.3 : INTERVISTA A WALTER FONTANA














Infine ho pensato che fosse utile raccogliere l'opinione anche di chi non ha lavorato come veejay ma ha comunque avuto a che fare con MTV. Sto parlando dei tanti artisti e gruppi che sono passati su MTV e che hanno usufruito della sua visibilità per promuovere la propria musica. Uno di questi sono stati i Lost, band vicentina che nella seconda metà degli anni Duemila faceva parte di quell'ondata di gruppi che, grazie all'airplay di MTV, erano diventati i nuovi idoli dei ragazzi di quel periodo (come ad esempio Dari, Sonohra e Finley).

01.03.06 Walter Fontana


Il sesto ed ultimo intervistato è Walter Fontana, cantante e fondatore dei Lost, appunto. Dopo essersi fatti notare grazie a Myspace, MTV comincia a trasmettere i loro videoclip nel 2007. Nel 2009 si aggiudicano il premio come Best Italian Act agli MTV Europe Music Awards e un Wind Music Award. Dopo aver realizzato quattro album, nel 2011 la band si scioglie e Walter inizia la sua carriera da solista, pubblicando l'album "Sono Qui" nel 2016.

- Tra il 2007 e il 2010 con i Lost siete stati 'catapultati' nel mondo di Mtv: ospitate, live, video a rotazione, insomma eravate diventati il nuovo gruppo "teen idol" italiano. Che ricordo hai di quel periodo? Che visione avevi di Mtv come emittente?

E’ stato uno dei periodi più intensi e belli della mia vita. Sono cresciuto guardando Mtv e potermi ritrovare protagonista di quel mondo è stato un sogno ad occhi aperti. Per me Mtv è stata una famiglia, abbiamo condiviso tantissime esperienze. E’ un peccato come tutto sia cambiato, ma è normale. Tutto si è adeguato alla tecnologia. Una volta per poter guardare il video del tuo artista preferito dovevi restare davanti alla tv sperando che passasse. C’era l’appuntamento fisso al pomeriggio con Mtv dove potevi per qualche ora entrare in una nuova dimensione. Ora i video li puoi guardare dal telefonino in ogni istante, tutto è più veloce e forse si è perso quell’essenza particolare che ti faceva rimanere con gli occhi spalancati di fronte al video del tuo artista preferito.

- Nel 2009 avete vinto il premio come Best Band ai TRL Awards e soprattutto il Best Italian Act agli MTV Europe Music Awards, battendo artisti come Tiziano Ferro e J-Ax. Pensi che a quei tempi l'apporto di Mtv fosse determinante per la carriera di una band?

Nel nostro caso Mtv è stata la nostra vetrina per poter arrivare al grande pubblico. Molto del nostro successo è dovuto all’essere approdati su quel canale.

- La situazione di MTV Italia è nota a tutti. Con la svolta generalista avvenuta negli ultimi anni ha perso la sua caratteristica principale, cioè quella di essere un canale dedicato prevalentemente alla musica. Di conseguenza questo ha portato dei cambiamenti inesorabili anche per i cantanti, che senza la 'finestra' di Mtv hanno dovuto canalizzare la promozione delle proprie proposte verso le radio e soprattutto verso il web. Pensi che questo cambiamento fosse inevitabile perchè i tempi cambiano, o credi che si potesse fare qualcosa per mantenere MTV come canale musicale, originale, moderno e giovanile anche nei tempi odierni?

Come hai detto tu i tempi sono cambiati. Mtv si basava principalmente sulla rotazione dei video musicali, cosa che ora non sarebbe concepibile visto che i video li possiamo vedere in ogni istante tramite qualsiasi dispositivo elettronico. E’ stato un peccato che non siano riusciti a trovare una soluzione al passo con i tempi per TRL on the Road. Era un bello spettacolo, una bella vetrina.

- Nel mio speciale ho stilato una classifica dei migliori format italiani della storia di MTV, da quelli di impronta musicale a quelli di approfondimento. Quali sono stati i tuoi programmi preferiti di MTV?

In cima alla classifica TRL. Poi mi ero completamente innamorato di Mtv Supersonic condotto da Enrico Silvestrin. Ho conosciuto tantissime band interessanti grazie a quel programma e visto live delle mie band preferite. Ricordo ancora che una sera fecero il live dei Sum 41 e degli American Hi-fi. Pazzesco.

---

Continua a leggere MTV20....

Le altre interviste:
Andrea Pezzi
Carlo Pastore
Fabrizio Biggio
Kris Reichert
Mao

VOL. 1.1 : Storia di MTV Italia
VOL. 1.2 : I migliori programmi di MTV Italia
VOL. 2 I migliori programmi di MTV America
VOL. 3 : I migliori cartoni animati di MTV