martedì 21 marzo 2017

INTERVISTA : FANTASIA PURA ITALIANA


I Fantasia Pura Italiana si definiscono un "progetto musicale dal sapore tutto toscano". Ed è una definizione piuttosto calzante visto che questo sestetto di Prato unisce il rock (ma non solo) ad un'attitudine 'teatrale' che affonda le proprie radici in certa cultura popolare toscana, come dimostrano anche i loro movimentati concerti. Dopo un EP ("l'eSGAMOtage") realizzato nel 2013, pubblicano il loro primo album "Buon Appetito" nel 2015 con l'etichetta Maciste Dischi. Molti li hanno conosciuti nel 2016 quando si sono esibiti sul palco di Italia's Got Talent: una partecipazione che ha segnato un'importante 'svolta' per il gruppo in termini di visibilità. Dopo un nuovo EP dal titolo "Buffoni Pecore e Re", la band ha da poco rilasciato il secondo album "Istruzioni Per Un Viaggio Scomodo", supervisionato dalla direzione artistica del chitarrista pratese Riccardo Onori (collaboratore, tra gli altri, di Jovanotti).

- Ciao ragazzi! E' da poco uscito il vostro nuovo album "Istruzioni Per Un Viaggio Scomodo". Come lo descrivereste? Cosa si deve aspettare la gente?
È un album sperimentale dove la musica d’autore si mischia alle più svariate tendenze musicali. La gente non si deve aspettare niente, deve soltanto ascoltarlo.

- Come mai avete scelto questo titolo? E' un riferimento ai vostri viaggi 'on the road' in giro per l'Italia?
Questo titolo è la metafora del viaggio interiore che ha portato alla composizione dei brani di questo album.

- Siete arrivati al secondo album ufficiale dopo tanta gavetta e molti concerti, partendo dalla piccola scena pratese, passando per l'Arezzo Wave (con il titolo di migliore band toscana) e la vittoria al Marea Festival, fino alla recente partecipazione ad Italia's Got Talent. Credete che, grazie a queste esperienze, "Istruzioni Per Un Viaggio Scomodo" possa rappresentare il vostro disco della maturità come gruppo?
Crediamo che possa rappresentare un notevole passo avanti sul piano compositivo, grazie anche alla direzione artistica di Riccardo Onori.

- La traccia che avete scelto per presentare l'album è "Una Canzone Semplice", una canzone ironica che si basa sul contrasto tra le strofe velatamente (ma neanche troppo) critiche e un ritornello canticchiato e, appunto, semplice. Come è nata questa traccia? E come mai l'avete scelta come primo estratto?
Questa canzone è nata perché non ci è mai riuscito comporre una canzone semplice e non sappiamo bene perché l’abbiamo scelta come singolo.

- A proposito del significato della canzone, credete davvero che per sfondare nel mondo della musica bisogna per forza scrivere canzoni "semplici" e non ci sia più spazio per pensieri critici?
Se credessimo una cosa del genere non avremmo mai scelto "Una canzone semplice" come primo estratto.

- Il video di "Una Canzone Semplice" (visibile sul sito di Repubblica) è stato girato in un noto locale di Prato, e sostanzialmente si tratta di un unico (finto) piano sequenza. Come è nata l'idea del video? E qual'è il suo significato?
L’idea del video è nata da coloro che l’hanno realizzato, i Blanket Studio; il suo significato è decisamente onirico e di preciso non l’abbiamo capito tanto nemmeno noi, ma ci piace moltissimo. 

- Oltre a "Una Canzone Semplice", quali sono le canzoni del nuovo album a cui, per un motivo o per l'altro, siete più affezionati e non vedete l'ora di riproporre dal vivo?
"Shibaliba", "Ocos Azules", "Satana", "Pinocchio" e "Amore sbronzo". 

- E ora arriviamo ad Italia's Got Talent... Come successo con altri artisti di zona (ad esempio Cecco e Cipo), avete pensato che di questi tempi partecipare ai talent sia una vetrina essenziale per farsi notare dal grande pubblico?
Noi non abbiamo pensato  niente del genere, ci siamo ritrovati in televisione per puro caso e ci hanno buttati in quel teatro pieno di gente senza che noi neppure lo sapessimo.

- Dopo la vostra partecipazione ad Italia's Got Talent cosa è cambiato? Quell'esperienza vi ha effettivamente aiutato ad aprire nuove porte?
Sì, l’esperienza televisiva ci ha aiutato ad aprire nuove porte sul piano lavorativo.

- In questi anni avete avuto l'onore di aprire i concerti di alcuni artisti della scena alternativa italiana come Il Teatro Degli Orrori, Bugo e Calcutta. La nostra scena "indie" gode di ottima salute in questi anni almeno in termini di visibilità e, visto che il vostro stile variegato e in un certo senso 'popolare' si discosta un po’ da certe sonorità, qual'è il vostro punto di vista quando si parla di musica italiana odierna?
Siamo felicissimi che ci sia una rinnovata passione per la musica d’autore e che  il cantautorato odierno sia stia formando come corrente espressiva artistica in maniera fortemente delineata, questo è sintomo che il nostro paese è molto vivo sul piano artistico musicale. Purtroppo o per fortuna la nostra ispirazione non ci conduce verso le sonorità cantautoriali che vanno di moda oggi, ma verso un modo radicalmente opposto di concepire la composizione poetica e musicale.

- Grazie per la disponibilità! Lasciate un saluto ai lettori.
Ciao lettori.