mercoledì 20 settembre 2017

MTV20 - VOL. 1.3 : INTERVISTA A CARLO PASTORE


01.03 Approfondimento: il punto di vista dei protagonisti

Ma c'è dell'altro. Dopo i cenni cenni storici e la classifica dei programmi, ho pensato di inserire un approfondimento dedicato a chi ha vissuto dall'interno l'esperienza di MTV Italia. Quindi tra il 2016 e il 2017 ho raccolto le opinioni di cinque ex vj, che ho avuto l'onore di intervistare e che ringrazio vivamente per la disponibilità. Il loro contributo è stato molto importante per avere un quadro più ampio di cosa era MTV.

01.03.01 Carlo Pastore


Il primo che ha accettato di rispondere alle mie domande è stato Carlo Pastore. Ha lavorato ad MTV dal 2007 al 2009, conducendo Our Noise/Your Noise e TRL in coppia con Elena Santarelli. Prima è stato caporedattore del web-magazine Rockit e direttore artistico del celebre MI AMI Festival. Dopo l'esperienza di MTV ha partecipato alla terza e quarta edizione di X Factor e dal 2010 conduce il programma radiofonico Babylon su Radio2. Nel 2016 è tornato sul piccolo schermo con Credits, format ideato e condotto da lui stesso, la cui prima puntata è andata in onda sul canale Nove, per poi proseguire nel 2017 su Real Time.

- Dal 2007 al 2009 sei stato uno dei VJ di MTV Italia, hai condotto programmi storici come TRL e Hitlist Italia ma il tuo programma più rappresentativo è stato indubbiamente Our Noise/Your Noise, che ritengo uno dei migliori format musicali pomeridiani della rete. Infatti per essere un programma musicale aveva un tocco moderno ed alternativo che lo rendeva particolare all'interno della programmazione pomeridiana di MTV. L'esperienza di Your Noise è durata un paio di anni, sinceramente non so nemmeno per quale motivo fu chiuso. Che ricordo hai dell'esperienza di Your Noise? Da cosa è nata l'idea (o l'esigenza) di fare quel programma?

Ti ringrazio per considerarlo “indubbiamente” il più rappresentativo. In effetti anche per me è così, soprattutto a livello emotivo personale, perché fu il primo programma in assoluto mai fatto in TV, il mio debutto, con tutto quello che ne può conseguire. Ero un adolescente di provincia con una super fotta, passavo gran parte dei miei pomeriggi occupandomi di Rockit.it e con la televisione accesa su Mtv. Dopo essermi trasferito a Milano con la scusa di studiare all’università ma in realtà proprio per occuparmi seriamente di Rockit.it, ecco che dopo neanche due anni arriva la chiamata di Mtv. Era praticamente come entrare dentro tutti i miei pomeriggi scolastici, ma con il ruolo del protagonista. Perdipiù senza dover modificare una sola nota del mio repertorio musicale, perché nei giorni dell’esplosione di quelli che ascoltavo io (Arcade Fire, Strokes, Arctic Monkeys, Libertines, LCD Soundsystem e Justice, giusto per fare qualche nome), Our Noise avrebbe avuto il compito di portarli al centro del pomeriggio. In più, avevamo diritto a sperimentare e divertirci. Un sogno praticamente, infatti è durato pochissimo.

- La situazione di MTV Italia è nota a tutti. Con la svolta generalista ha perso la sua caratteristica principale, cioè quella di essere un canale dedicato prevalentemente alla musica. Questo cambiamento ha portato alla monopolizzazione del palinsesto con programmi importati dagli Stati Uniti e alla scomparsa di format italiani classici, quelli basati sulla struttura presentatore/studio/pubblico/ospiti nella quale rientrava anche Your Noise. Anche nella tv italiana in generale si avverte questo cambiamento, anche se non in maniera così radicale come successo su MTV. Pensi che questo cambiamento (e questa "crisi") fosse inevitabile perchè i tempi cambiano, o pensi che si potesse fare qualcosa per mantenere MTV come canale musicale, originale, moderno e giovanile anche nei tempi odierni?

Premetto che non sono un esperto e parlo solo di ciò che so e di cui ho avuto esperienza. MTV Italia si è adeguata alle direttive del suo editore mondiale dopo aver vissuto una sorta di unicum per molti anni: era l'unica Mtv in chiaro nel mondo. C'è stato un periodo in cui andava di moda parlare della teoria della coda lunga, di come ci sarebbe stato spazio per contenuti non solo massificati o massificanti. E' durato poco. Ora si è tornati ad una sorta di dittatura della media, intesa come scienza probabile di ciò che può piacere a più gente o dare fastidio a meno persone. E’ molto complicato portare la musica in TV. La gente cerca talvolta compagnia e talvolta storie, in generale non vuole sbattimenti. La crisi di Mtv è nata con la crisi del videoclip come contenuto esclusivo, una crisi che credo abbiano sottovalutato, inserita in un completo cambiamento dell'offerta televisiva a cui eravamo abituati (non c'erano digitale terrestre e pay TV). Si poteva sicuramente dare alla musica una chance in più, cioè capire che – ad esempio – per documentari e contenuti ben scritti c’è sempre spazio in generale nel mondo. Anzi ce n’è bisogno, come penso possa dimostrare Credits, il format che ho scritto e condotto la cui prima puntata dedicata a “Bollicine” di Vasco è andata in onda sul NOVE qualche settimana fa [Giugno 2016, ndr] con ottimi risultati. Ho letto recentemente un’intervista a Luca De Gennaro che può rispondere molto meglio a questa tua domanda, nella quale introducendo Vh1 in Italia parla proprio di tutto questo. Dobbiamo continuare a raccontare ciò che amiamo, e ricordarci che nessuno spazio va dato per scontato mai.

- Immagino che per te MTV abbia rappresentato un'esperienza importante, positiva o negativa che sia. Vedendola da "interno", come è stato lavorare per MTV in quel periodo? Avevi la sensazione di far parte di qualcosa che, nel bene o nel male, ha in parte rivoluzionato la televisione italiana e le abitudini di un'intera generazione?

E' stata sicuramente un'esperienza importante, un super giro in giostra, credo irripetibile. MTV di quel periodo – io ci ho lavorato solo dal 2007 al 2009, ricordiamolo, cioè gli anni in cui il canale abbandonava la sua dimensione prettamente musicale per diventare un vero e proprio generalista giovanile sul modello diciamo di Italia1 – aveva un non so che di speciale, una sorta di ponte coloratissimo con il mondo intero, l'iper presente, la realtà più come la volevano i nostri sensi che come fosse davvero. I pionieri di quello stile vennero dieci anni prima di me e io in maniera alquanto naturale iniziai a fare la TV come avevo visto da loro, sebbene portando le mie caratteristiche, che nascevano dalla mia sensibilità e da anni di esperienza nel web: evitare le pagliacciate e cercare di mettere la curiosità al centro di tutto, mantenendo sempre la ricerca musicale come mio radar. Credo che quella Mtv, più che rivoluzionare la TV italiana, che perlomeno nella sua veste più generalista è abbastanza la solita di sempre, la sorprese da dietro, affermandosi come key player con un lavoro di marketing e branding pazzesco. Non a caso, oggi, i dirigenti di Mtv sono la vera e propria nuova classe dirigente, nei posti chiave della Rai e in altre importanti realtà televisive. A vederla così, in effetti, è una rivoluzione riuscita, perché ha permesso di prendere il potere.

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Fabrizio Biggio
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Walter Fontana

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