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lunedì 25 luglio 2016

QUEENS OF THE STONE AGE - SONGS FOR THE DEAF


Semplicemente, Songs For The Deaf è un album di sano e ruvido Rock. E non poteva essere altrimenti con una line-up formata da Josh Homme, Nick Oliveri, Mark Lanegan e Dave Grohl.

L'idea è quella di rappresentare un viaggio in macchina attraverso il selvaggio deserto californiano (non a caso sono presenti dei finti intermezzi radiofonici tra una traccia e l'altra), e tale obiettivo viene raggiunto grazie alla carica che fuoriesce da tutte le canzoni, da quelle più tirate a quelle più tenebrose. In sostanza, c'è ben altro oltre alla famosa "No One Knows".

Con Songs For The Deaf i Queens Of The Stone Age fanno un deciso salto di qualità, realizzando non solo il loro migliore album, ma anche uno dei migliori dischi Rock degli anni Duemila.

Tracce consigliate: First It Giveth, Song For The Dead, Go With The Flow.


martedì 5 luglio 2016

GERRY (G. VAN SANT)


Qualche giorno fa mi sono visto questo film mai arrivato in Italia, tant'è che non esiste una versione doppiata. Uscito nel 2002, è il primo capitolo della cosiddetta "Trilogia della morte" di Gus Van Sant, che comprende anche Elephant e Last Days.

Pur conoscendo lo stile 'particolare' di Van Sant, devo ammettere che ho fatto molta fatica ad arrivare alla fine, nonostante duri poco più di un'ora e mezza. E' un film difficile e la sua visione è a dir poco estenuante: ambientato completamente nello sconfinato deserto americano, con due soli protagonisti (Matt Damon e Casey Affleck, anche co-autori) e una trama quasi inesistente, dialoghi ridotti al minimo, e scene fatte di lunghi e lenti piani sequenza.

Ma nonostante la fatica, nei giorni seguenti ho ripensato molto a questo film.

E questo perché è volutamente difficile ed estenuante. Perché solo in questo modo lo spettatore può immedesimarsi nei due protagonisti (che portano lo stesso nome, Gerry) e provare quello che stanno vivendo. Perché perdersi nel deserto, senza punti di riferimento e senza forze porta a vivere un'esperienza inevitabilmente difficile ed estenuante. Perché il pensiero della noia (nello spettatore) si avvicina sempre di più a quello della morte (nei protagonisti).

Riassumendo, Gerry è un film lento, silenzioso, noioso, triste e difficile da vedere. Ma a volte anche certe esperienze della vita lo sono, solo che ce ne dimentichiamo.