*AVVISO: presenza di spoiler*
Si è conclusa anche la seconda stagione di Gomorra e il giudizio generale è molto positivo.
Intanto posso dire che Gomorra si afferma definitivamente come la serie più importante del panorama italiano insieme a Romanzo Criminale. E questo grazie ad un racconto crudo e realistico della malavita napoletana e dell'ambiente in cui essa è radicata.
Ma di differenze tra la prima stagione e la seconda ce ne sono eccome.
La seconda stagione si è concentrata quasi esclusivamente sull'evoluzione delle vicende riguardanti la gestione delle piazze di Secondigliano e Scampia, dall'ascesa di Ciro Di Marzio e della sua alleanza fino al ritorno prepotente di Pietro Savastano. Stavolta non è stato lasciato quasi alcuno spazio a vicende 'extra', ad eccezione della storia di Marinella (nuora di Scianel, ndr) che comunque alla fine si è intrecciata con la vicenda principale. La prima stagione invece, almeno nella prima parte, ha avuto più un ruolo introduttivo e descrittivo sui modi di agire della famiglia Savastano e in generale della Camorra. Basti pensare alla storia degli africani e a quella delle elezioni politiche, utili a capire le varie sfaccettature della criminalità organizzata ma meno importanti ai fini delle vicende di potere che hanno coinvolto il clan di Don Pietro.
Un altro aspetto fondamentale, e grandioso, della seconda stagione è la focalizzazione sui personaggi. Grazie alla nascita dell'alleanza tra i vari boss, in Gomorra 2 vengono introdotti tanti nuovi personaggi (Scianel, O' Principe, O' Mulatto, Patrizia, Lelluccio) e nello stesso tempo vengono caratterizzati alcuni personaggi più marginali della prima stagione, dandone maggiore risalto (O' Nano, Malammore e soprattutto O' Track), e rivelando alcuni aspetti 'inediti' di alcuni dei personaggi principali (Salvatore Conte, Don Pietro). Non a caso alcune puntate ruotano intorno ad un unico personaggio, con il fine di creare una forte empatia nello spettatore, come successo con Scaniel, Conte e O'Principe. Meno risalto invece è stato dato ai due protagonisti della serie, Ciro e Genny, anche se ad un'analisi più attenta si capisce che sia l'uno che l'altro abbiamo avuto un'evoluzione importante nel corso della serie. Ciro dallo scugnizzo ambizioso della prima stagione si è trasformato in un leader intelligente ma consapevole di vivere in una realtà troppo dura anche per lui. Genny invece è rimasto in ombra in parecchie puntate ma alla fine, grazie alla sua furbizia e alla sua freddezza, è riuscito ad ottenere tutto ciò che Ciro, sconfitto, nel frattempo ha perso: il potere, gli affari e una nuova famiglia, slegandosi finalmente dalla figura opprimente del padre. Ed aggiungo che il fatto che loro due siano le figure fondamentali della serie si capisce anche dalla puntata girata a Trieste, dove i due si trovano faccia a faccia per la prima volta dopo i fatti della prima stagione: una delle puntate migliori, dove il livello di tensione è altissimo.
Un'altra cosa, i morti. E' quello che molti si aspettavano e in questo senso gli sceneggiatori hanno accontentato il pubblico. Indubbiamente in questa seconda stagione ci sono state molte morti, alcune anche molto violente e 'controverse', come quella di Maria Rita (figlia di Ciro, ndr), che ha provocato non poche polemiche sui social network. Ma la criminalità organizzata è anche questo: non si fa problemi ad uccidere nessuno. Gomorra è una serie cruda e auto-censurarsi non avrebbe avuto senso.
Infine, se il finale della scorsa stagione lasciava intravedere delle prospettive molto interessanti (il ritorno di Don Pietro e la vendetta di Genny verso Ciro), con la morte di Don Pietro e di quasi tutti i boss della zona la prospettiva è un grosso punto interrogativo. Questo può togliere un po' di aspettativa ma gli scenari che si apriranno nella terza stagione, essendo meno delineati, possono essere molteplici e intriganti.