Cosa aspettarsi da un gruppo come i Red Hot Chili Peppers nel 2016? Io sinceramente non molto.
E forse è proprio per questo che sono rimasto piacevolmente sorpreso da The Getaway. O forse sarà stato il contributo a tempo pieno del nuovo chitarrista Josh Klinghoffer, forse sarà stata la scelta di cambiare produttore dopo venticinque anni passando da Rick Rubin a Danger Mouse, o forse sarà stata la consapevolezza che il Rock non vende più come un tempo e che quindi è giusto provare nuove direzioni. Fatto sta che nell'undicesimo album di Kiedis e soci si avverte una, seppur piccola, intenzione di cambiare rotta.
Questo però non vuol dire che abbiano realizzato un lavoro memorabile. Anzi, The Getaway in generale è un album sulla sufficienza, ma con degli spunti interessanti. Il sound dei Red Hot versione 2016 è più soft ma nello stesso tempo anche accattivante, con una manciata di buone canzoni dal sapore funky ("The Getaway", "Go Robot") e qualche bel momento melodico ("The Longest Wave", "Encore"). Purtroppo non mancano episodi trascurabili, che spesso coincidono col tentativo dei quattro californiani di emulare il sound del passato ("We Turn Red", "Detroit") fallendo miseramente.
Tra alti e bassi, The Getaway rappresenta comunque un capitolo 'fresco' per i Red Hot Chili Peppers: un album discreto ma nulla di più.
Tracce consigliate: The Getaway, The Longest Wave.
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